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Anatomia della Tartaruga

L’apparato scheletrico delle tartarughe è composto da un endoscheletro (ossa interne, cranio, arti) e da un esoscheletro (carapace, piastrone). La colonna vertebrale e le costole sono fuse alla parte interna della corazza. Il cranio è privo di finestre temporali, ovvero di aperture simmetriche ai suoi lati, e tale caratteristica è riscontrabile ai giorni nostri solamente nelle tartarughe, quale gruppo di rettili denominati per l’appunto anapsidi. Le tartarughe non hanno denti, ma le mascelle sono ricoperte da lamine cornee che formano una sorta di becco, detto ranfoteca.

La presenza di una “scatola” rigida intorno al corpo ha condizionato notevolmente non solo la forma e la disposizione delle ossa, ma anche la conformazione dei muscoli e degli organi. Mancando il diaframma, all’interno del corpo non c’è una separazione tra cavità toracica e cavità addominale, quindi c’è un’unica cavità. Il cuore, il fegato, lo stomaco occupano la parte anteriore. L’intestino, i reni, la vescica occupano la parte posteriore che termina con la cloaca.

Le femmine posseggono due ovaie e gli ovidotti, gli organi in cui avviene la formazione dell’uovo. I maschi hanno due testicoli e il pene è situato alla base della coda. I polmoni sono estesi sul dorso e sui lati interni del carapace e hanno una struttura spugnosa. A causa della rigidità della corazza, il torace non si può espandere, quindi la respirazione avviene tramite l’azione di muscoli situati vicino agli arti anteriori che, contraendosi, modificano lo spazio nella cavità interna risucchiando aria nei polmoni. Per l’espirazione avviene l’effetto contrario, i visceri vengono spinti verso i polmoni, svuotandoli. Infatti è possibile notare, in tartarughe a riposo (ferme, fuori dall’acqua), un movimento lento ma ripetuto e costante degli arti anteriori, e ciò è legato proprio all’azione respiratoria.

Alcune tartarughe acquatiche hanno sviluppato sistemi alternativi e complementari alla normale respirazione, e ciò gli consente periodi prolungati di apnea o di affrontare fasi quali il letargo, durante il quale riescono a rimanere mesi sott’acqua senza dover risalire in superficie a respirare. La cavità faringea e la zona cloacale sono fortemente vascolarizzati, e questo permette uno scambio gassoso che aumenta l’apporto di ossigeno nel sangue.

Piano sagittale di una tartaruga terrestre
Anatomia di una tartaruga d'acqua dolce