La popolazione di testuggine palustre in Sicilia, è rimasta per lungo tempo ai margini di un interesse scientifico, infatti la sua riscoperta, da un punto di vista tassonomico, risale al 2005 con la descrizione di
Emys trinacris, specie separata da
Emys orbicularis, cui veniva ricondotta precedentemente.
Il nome scientifico della specie deriva dalla parola Trinacria, che in greco antico si riferiva all’attuale Sicilia. Le differenze che hanno portato alla sua descrizione, sono principalmente a livello di DNA mitocondriale (mtDNA), e ciò sembra sufficiente in ambito scientifico per parlare di specie, piuttosto che di sottospecie. La delineazione di una specie basata sul mtDNA richiede l’applicazione di un “concetto filogenetico di specie”, poiché sotto il “concetto biologico di specie”, il mtDNA di un animale non è sempre uno strumento ideale per delineare le linee di demarcazione di una specie.
Leggi di più ↓Leggi di meno ↑
Le cosiddette specie criptiche non sono rare in natura, ma le difficoltà per la loro identificazione sono dovute alle insufficienti competenze umane. Non è sufficiente basarsi solo su ciò che si può osservare a occhio nudo, lo studio del DNA è basilare per confermare lo status di una specie, e non sempre genetica e morfologia vanno di pari passo. Ci possono essere casi in cui due specie siano apparentemente identiche nelle caratteristiche fisiche, ma differenti a livello di DNA, o al contrario apparire differenti in forme e colori, ma rientrare nella stessa specie. Le prime popolazioni oggetto di studio hanno riguardato soprattutto la parte a Sud- Ovest dell’isola, in particolare le due aree protette della Riserva naturale “Lago Preola e Gorghi Tondi” e la Riserva naturale “Torre Salsa”. La prima è situata nel Comune di Mazara del Vallo, e si tratta di una depressione carsica costituita da quattro bacini: il lago Preola e i tre Gorghi (Gorgo alto, Gorgo medio, Gorgo basso). Il lago Preola è un bacino temporaneo, che si riempie solo durante le stagioni più piovose, raggiungendo una profondità di 30 cm. I Gorghi sono tre laghi in stato maturo e hanno una profondità media di 7 m. La Riserva naturale di Torre Salsa si trova nel Comune di Siculiana: l’area è attraversata da diversi fiumi, con numerose ramificazioni spesso profonde, e lungo gli argini è presente una vegetazione di tipo paludoso.
In entrambe le Riserve, per ogni esemplare catturato per scopi di ricerca, sono state misurate 12 variabili biometriche, rispettando le convenzioni stabilite per Emys orbicularis. Sul carapace di tutti gli esemplari sono state marcate incisioni combinate col fine di eliminare possibili errori durante le analisi dei campioni. I dati raccolti sono stati utilizzati per la descrizione statistica e per analizzare le differenze tra i sessi. Sono stati esaminati 146 esemplari (79 maschi, 47 femmine e 20 piccoli) della Riserva di Lago Preola e Gorghi Tondi, e 129 esemplari (58 maschi, 35 femmine e 36 piccoli) della Riserva di Torre Salsa. In entrambi i gruppi, il rapporto maschi- femmine si è dimostrato a favore dei maschi. Il rapporto maschi-femmine è un fattore ecologico molto importante, capace di influenzare le dinamiche delle popolazioni. Negli esemplari italiani di Emys orbicularis, nei casi analizzati, il rapporto è generalmente a favore delle femmine. Prendendo in considerazione il rapporto positivo tra il numero di uova deposte e le dimensioni delle femmine, probabilmente le due zone analizzate in Sicilia hanno diverse funzioni ecologiche. La Riserva di Lago Preola e Gorghi Tondi potrebbe costituire una zona di crescita, formata da un ampio numero di sub-adulti ed esemplari adulti di piccole dimensioni, con un basso tasso di produttività. Mentre la Riserva di Torre Salsa, potrebbe ospitare una popolazione più matura, caratterizzata da una grande produttività dovuta alla presenza di un numero più elevato di esemplari adulti e di maggiori dimensioni. Sulla base dei campionamenti avvenuti inizialmente all’interno di queste due aree, è stata descritta la specie per tutta la Sicilia, ed effettivamente, successivi campionamenti, hanno confermato l’omogeneità genetica per tutti gli esemplari siciliani, sebbene possano riscontrarsi piccole differenze nella morfologia (dimensioni e colori) in base alla specifica area di origine.
Sono stati rinvenuti alcuni esemplari ibridi tra Emys trinacris e le sottospecie italiane di Emys orbicularis, in alcuni punti a Sud- Est della Sicilia, e anche un caso di Emys orbicularis galloitalica a Nord-Est dell’isola. Ciò è allarmante per la salvaguardia genetica di questa popolazione, ma per fortuna, ad oggi, risultano casi rari e isolati, dovuti, senza dubbio, all’azione scellerata dell’uomo. Per lo stesso motivo sono stati rinvenuti esemplari di Emys trinacris nella vicina regione Calabria e addirittura un caso di Emys trinacris in natura al Nord Italia. La testuggine palustre siciliana è presente in quasi tutta l’isola, comprendendo in diversa parte il territorio di tutte e 9 le Provincie, anche se è maggiormente diffusa lungo la costa meridionale. Il suo areale può arrivare fino ad una altitudine di 1036 m sopra il livello del mare. Predilige le acque calme, ricche di vegetazione, ma si adatta a tutti i corsi d’acqua, sia naturali che artificiali, riuscendo a sopportare anche acque salmastre. Le caratteristiche fisiche generali di questa specie, rispecchiano quelle di Emys orbicularis, quindi il colore di fondo è più scuro, punteggiato e striato di giallo, sia sul carapace, che su testa, coda e arti.
In altri casi, alcuni esemplari possono assumere, da adulti, una colorazione uniformemente gialla. Il piastrone si presenta più chiaro, quasi sempre del tutto privo di macchie negli adulti, o con le suture degli scuti marcati di nero; in casi minori, delle macchie scure ricoprono 1/3 del piastrone, soprattutto lungo il suo margine. Nei piccoli, alla nascita, il carapace ha un colore uniforme, più chiaro rispetto ai piccoli di Emys orbicularis, tendenzialmente grigio, marroncino o color sabbia, e non nero. All’estremità degli scuti marginali vi sono delle piccole macchie gialle, visibili anche dalla parte del piastrone. Sempre nei piccoli, in confronto ad Emys orbicularis, il piastrone ha la macchia centrale di minore dimensione, concentrata soprattutto nella sua parte inferiore, ed è più chiara, anch’essa grigia e non nera. In alcune popolazioni siciliane, la macchia al centro del piastrone è molto ristretta, quasi assente, facendo predominare il giallo.
Sulla base di queste caratteristiche si è potuto successivamente dedurre che la distinzione delle due specie può avvenire più facilmente confrontando i piccoli alla nascita. L’olotipo di Emys trinacris è stato descritto con una lunghezza del carapace di 13,2 cm, un’ampiezza di 10,3 cm, un’altezza di 4,9 cm, e una lunghezza del piastrone di 11,9 cm. Inizialmente, escludendo la genetica, Emys trinacris è stata descritta come molto simile alla sottospecie Emys orbicularis galloitalica, e si pensava che una sua identificazione potesse essere possibile solo conoscendo l’esatta provenienza geografica degli esemplari. Anche se questa affermazione non è del tutto errata, si possono comunque osservare delle caratteristiche che, anche se non uniche della specie Emys trinacris, si possono definire tipiche, e aiutano nella distinzione con le varie sottospecie di Emys orbicularis, anche avendo a che fare con esemplari adulti.
Analizzando gli occhi, in Emys trinacris hanno una pupilla circondata da più linee, solitamente quattro, che formano un disegno a “croce”, invece in molte Emys orbicularis sono presenti solo le linee orizzontali ai lati della pupilla. Anche osservare il colore dell’iride negli adulti può essere di aiuto. Sia nei maschi che nelle femmine di Emys trinacris gli occhi possono essere o gialli o arancioni (mai rossi), e ciò è peculiare per il sesso femminile. Infatti in Emys orbicularis, avere un’iride più scura, è prerogativa solo dei maschi e nelle femmine è più chiara, quasi sempre gialla. In linea generale le Emys trinacris hanno una predominanza di colori chiari, ovvero di macchie gialle, e ciò crea una differenza anche sugli arti anteriori. Questi, infatti, si presentano punteggiati di giallo uniformemente, e quasi mai hanno solo una o due linee gialle nella parte più interna, come avviene in molte Emys orbicularis.
Questa predominanza di disegni e colori più chiari e accesi si può notare anche sugli scuti marginali, dal lato del piastrone, che in Emys trinacris sono raggiati alternando giallo e nero, invece di avere una predominanza o di colori chiari o di colori scuri in modo più uniforme. Il dimorfismo sessuale rispecchia quello che c’è in Emys orbicularis.
Gli accoppiamenti avvengono soprattutto con l’inizio della primavera, ma sono stati documentati casi anche in mesi invernali, poiché le temperature abbastanza miti della regione limitano il periodo di letargo (o più che altro di latenza) a poco più di tre mesi l’anno. Anche il rituale di accoppiamento è il medesimo di quello di Emys orbicularis. Le femmine effettuano più deposizioni a stagione, comprendenti 4-7 uova ognuna. Le uova, di forma ovale, misurano circa 3,5 cm di lunghezza e 2 cm di larghezza. I piccoli, alla nascita, hanno un carapace di 2,5 cm e pesano 4 grammi.
Emys trinacris ha una dieta principalmente carnivora, ma non disdegna anche i vegetali. Tra le prede principali rientrano vari insetti, anfibi, pesci e crostacei. Tra quest’ultimi vi è incluso il gambero della Louisiana (Procambarus clarkii), specie alloctona invasiva, presente a causa dell’uomo in diverse zone della Sicilia. E non si esclude che a loro volta, i piccoli di Emys trinacris possano essere predati da adulti di Procambarus clarkii. Se i piccoli e le uova subiscono l’attacco di molti predatori (soprattutto mammiferi e uccelli), al contrario gli adulti di Emys trinacris hanno pochi predatori naturali, e ciò che principalmente minaccia questa specie in Sicilia è l’azione dell’uomo. Infatti la distruzione e l’inquinamento degli habitat sono un problema che, se non affrontato seriamente, potrebbe condizionarne in futuro la sopravvivenza. Da un punto di vista legislativo, come Emys orbicularis, la specie non è in CITES ma è tutelata principalmente dalla Convenzione di Berna, che continua ad applicarsi ad Emys trinacris, nonostante il cambio di nome e il suo status di specie a sé stante. Infatti i cambiamenti tassonomici nella classificazione delle specie, non mutano le normative che precedentemente tutelavano quei determinati animali, anche se il loro nome scientifico o il loro status, tra specie e sottospecie, non è più lo stesso. Inoltre la specie è tutelata in Sicilia da diverse leggi regionali che riguardano in generale la fauna selvatica.