Tassonomia
Questa specie comprende ai giorni nostri 3 sottospecie:
Aldabrachelys gigantea gigantea,
Aldabrachelys gigantea arnoldi,
Aldabrachelys gigantea hololissa. Una quarta sottospecie si è estinta intorno al 1850,
Aldabrachelys gigantea daudinii. Allo stesso genere appartengono altre due specie estinte che erano endemiche del Madagascar,
Aldabrachelys abrupta e
Aldabrachelys grandidieri. Si ipotizza che
Aldabrachelys abrupta non fosse una specie a parte, ma potrebbe trattarsi di un sinonimo di
Aldabrachelys gigantea, per tale motivo alcuni studiosi vorrebbero promuovere un progetto di introduzione in Madascar di esemplari di
Aldabrachelys gigantea, ma la questione è ancora in fase di chiarimento. La testuggine gigante di Aldabra è stata classificata anche sotto un altro genere e con diversi nomi per la specie. Sono da considerarsi sinonimi di
Aldabrachelys gigantea i seguenti nomi:
Dipsochelys dussumieri,
Dipsochelys elephantina.
Distribuzione e habitat
Originaria dell’Atollo di Aldabra, è stata reintrodotta in varie isole delle Seychelles. Sempre per mano dell’uomo, la sottospecie nominale è presente nelle Mauritius (arcipelago delle Mascarene) e in Prison Island (arcipelago di Zanzibar) con un centinaio di esemplari. Frequenta sia l’interno sia le zone costiere delle isole in cui vive, in zone boscose o aride, ma nelle vicinanze di pozze d’acqua in cui potersi immergere.
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Descrizione
È la testuggine terrestre più grande al mondo con i suoi 100-140 cm di carapace. Questo ha una forma bombata (che cambia in base alla sottospecie) e una colorazione scura uniforme, solitamente nera, ma può variare dal grigio al marrone. Anche il piastrone, arti, coda e testa presentano la stessa colorazione. Il collo è particolarmente lungo, rispetto agli standard della maggior parte delle altre specie di testuggini terrestri. Nella morfologia ci sono molte similitudini con le testuggini giganti delle isole Galapagos (Chelonoidis niger ssp.) ma si tratta di convergenza evolutiva, infatti queste due specie non sono molto vicine geneticamente, basti pensare che una Chelonoidis carbonarius (più piccola e dai colori appariscenti) è più imparentata alle testuggini delle Galapagos, di quanto lo sia Aldabrachelys gigantea. È possibile distinguere le due specie di testuggini giganti da alcuni particolari. Chelonoidis niger non presenta lo scuto nucale del carapace, che invece è presente in Aldabrachelys gigantea (con le dovute eccezioni, ma normalmente in un 90% circa dei casi si). È possibile notare un’ulteriore notevole differenza nella forma della testa e del muso, infatti in Chelonoidis niger la parte anteriore è più schiacciata e le narici e gli occhi si trovano posizionati bene o male alla stessa altezza, invece Aldabrachelys gigantea ha un muso più allungato e le narici risultano leggermente più basse rispetto agli occhi. Infine anche i piccoli alla nascita sono differenti, poiché se in Chelonoidis niger possono esserci dei disegni circolari più chiari sul carapace (che andranno scomparendo con la crescita), in Aldabrachelys gigantea prevale sin da subito una colorazione scura uniforme.
Alimentazione
Vegetariana, apprezza molte piante, arbusti, erbe. Si consigliano verdure ricche di calcio e fibra utilizzate per la maggior parte delle testuggini, oltre a fieno, piante grasse come pale di fico d’india e anche della frutta. Considerato che la specie vive in piccole isole, e a volte la si riscontra anche in mare vista la sua capacità di nuotare (o per meglio dire di rimanere a galla), c’è chi consiglia una integrazione di iodio nella dieta, somministrando anche alcune alghe.
Mantenimento in cattività
Attiva durante tutto l’anno, non effettua letargo né estivazione, è abituata a temperature costanti durante tutto l’anno, unica differenza stagionale è creata dalle piogge. La difficoltà di gestione per questa specie è dovuta alle grandi dimensioni che raggiunge e alla velocità della crescita. Infatti un terrario è utilizzabile solo per esemplari piccoli, e in breve tempo andrà sostituito con recinti, stanze riscaldate e serre. L’allevamento all’aperto è possibile nei mesi più caldi. Utilizzando lampade riscaldanti ed emettenti raggi UVB, va mantenuta una temperatura tra 20° e 30°, creando un punto più caldo per potersi termoregolare a proprio piacimento. Un contenitore di acqua, o una pozzanghera (creando una conca in cemento) molto capienti per gli adulti non devono mai mancare: qui sarà dove le testuggini andranno a bere e a immergersi.
Riproduzione
I maschi sono più grandi delle femmine, tale differenza di stazza, grazie anche alla forma concava del piastrone, permette al maschio di mantenere una presa efficace sulla femmina. Il maschio emette dei tipici versi cadenzati e dalla tonalità profonda durante l’accoppiamento. La femmina depone da 9 a 25 uova di forma sferica. In cattività le uova si possono incubare a una temperatura tra 27° e 32°, e la schiusa avverrà dopo 100 giorni circa, ovviamente una temperatura più alta accorcerà i tempi di attesa e viceversa.
Curiosità
È una specie molto longeva, può vivere normalmente fino a 120 anni. Nell’isola Sant’Elena è presente un esemplare della sottospecie Aldabrachelys gigantea hololissa, portato lì dalle Seychelles nel 1882 quando aveva un’età di circa 50 anni. Attualmente tale esemplare, che sembra risultare ancora vivo e a cui è stato dato il nome di Jonathan, sarebbe il più vecchio animale terrestre vivente, con i suoi oltre 180 anni.
Legislazione
Appendice II CITES, Allegato B del Regolamento CE.