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Testudo horsfieldii (Gray 1844)

Steppe Tortoise

Specie: Testudo horsfieldii.

Sottospecie: Testudo horsfieldii horsfieldii, Testudo horsfieldii bogdanovi, Testudo horsfieldii kazachstanica, Testudo horsfieldii kuznetzovi, Testudo horsfieldii rustamovi.

Alimentazione: vegetariana.

Habitat naturale: steppa, zone sabbiose.

Letargo: sì.

Dimensioni: tra i 15 e i 30 cm di carapace.

Legislazione: Appendice II CITES, Allegato B.

Note: secondo alcuni autori la specie andrebbe ascritta a un genere differente, ovvero Agrionemys.
Il suo areale è molto vasto e comprende i territori (in ordine alfabetico) di Afghanistan, Cina, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Pakistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.
È una specie che rimane attiva durante pochi mesi l’anno, dovendo subire inverni molto rigidi ed estati torride, che di conseguenza la portano sia ad ibernare che ad estivare per lunghi periodi, sebbene la durata differisca in base alla regione situata più a nord o a sud del suo areale. Frequenta preferibilmente zone con vegetazione e pozze d’acqua, e nonostante alcune popolazioni (della sottospecie T. h. rustamovi) si possano ritrovare a ridosso delle zone costiere del Mar Caspio, è una specie che generalmente non sopporta l’umidità. È particolarmente abile sia nel sormontare ostacoli che nello scavare buche sotto terra, dove passa i periodi di latenza, potendo comunque usufruire anche di tane appartenenti ad altre specie animali. In cattività quindi occorre fare particolare attenzione a predisporre delle recinzioni sufficientemente interrate ed alte da impedire fughe. Nonostante le numerose sottospecie descritte, rimane attualmente molto difficile, se non impossibile, poterle distinguere su base morfologica, poiché la variabilità di colori non sembra essere legata alla sottospecie. Infatti si possono riscontrare esemplari dai toni più scuri o più chiari all’interno di ognuna di esse. Le differenze più sostanziali sembrerebbero riguardare forma e dimensioni del carapace. Ad esempio si passa da esemplari di dimensioni minori e dalla forma molto piatta e circolare, come nel caso di T. h. kazachstanica, a esemplari più grandi e massicci con una forma del carapace allungata, come nel caso di T. h. horsfieldii e T. h. rustamovi, ma risulta difficile poter inquadrare esattamente ognuna delle sottospecie.

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In generale, la specie è caratterizzata da un carapace liscio e rotondeggiante, dai colori che variano dal giallo, al color sabbia, al verde oliva e al marrone, con una macchia centrale più scura su ogni scuto. Sul piastrone le macchie scure sono più estese, rendendolo quasi totalmente nero. Le zampe anteriori sono molto robuste, con squame grandi e con soltanto quattro dita: questa è una caratteristica tipica della specie, a differenza delle altre dello stesso genere il cui numero delle dita anteriori è normalmente 5 (quelle posteriori invece sono sempre 4). Sulla punta della coda è presente un astuccio corneo, come in Testudo hermanni, e ai lati della stessa ci sono dei tubercoli, come in Testudo graeca. Il dimorfismo sessuale è costituito dai caratteri tipici riscontrabili nella maggior parte delle specie terrestri, quindi il maschio è di dimensioni minori, ha un piastrone concavo, gli scuti anali formano un angolo più aperto, la coda è più lunga e larga, con l’apertura cloacale posta verso il suo apice. Nonostante morfologicamente Testudo horsfieldii potrebbe ricordare una via di mezzo tra una Testudo hermanni ed una Testudo graeca, da un punto di vista genetico è più vicina alla prima.
Infatti, nel caso in cui le venga attribuito in modo unanime il genere Agrionemys, tale ipotesi andrebbe estesa anche a T. hermanni (a meno che non entri in gioco un ulteriore genere per questa), che non potrebbe più rimanere in un genere in cui la distanza genetica con le altre sue specie (T. graeca, T. kleinmanni e T. marginata) è maggiore a quella riscontrata con T. horsfieldii.

In cattività, comunque, sono stati documentati casi di ibridi sia tra T. horsfieldii e T. hermanni, che tra T. horsfieldii e T. graeca, sebbene tra T. hermanni e T. graeca vi sia un’incompatibilità tale che non permette l’ibridazione (se non in rarissimi casi, che hanno dato alla luce piccoli malformati con una aspettativa di vita molto breve). Al di là di queste osservazioni e in attesa di ulteriori sviluppi in campo genetico, rimane attualmente più comodo ascrivere le sopracitate specie all’unico genere Testudo.
Questa specie risulta essere la più comune tra quelle reperibili nei negozi di animali, viste le sue ridotte dimensioni, i costi contenuti e il fatto di essere inclusa in Allegato B, che ne limita le restrizioni da un punto di vista commerciale, con conseguente ondata di esemplari di cattura che hanno messo in ginocchio diverse popolazioni in natura.
La conseguenza è, allo stesso tempo, un triste destino anche in cattività, dove, a causa delle sue esigenze ambientali, difficilmente riesce ad acclimatarsi e a sopravvivere in Italia, perché allevata all’esterno tutto l’anno, alla pari delle specie mediterranee.
Infatti la riproduzione in cattività di questa specie, nonostante ormai si registrino nascite costanti tra appassionati e allevatori, rimane ancora un evento abbastanza raro.